Di Gina Merulla
Regia: Gina Merulla
Con : Mamadou Dioume, Patrizia Casagrande e Andrea Rettagliati
Ispirato a “Età di ferro” di John Maxwell Coetzee, scrittore e saggista sudafricano, Premio Nobel per la letteratura nel 2003, APARTHEID affronta il tema delicato e difficile di una delle più aspre e distruttive politiche di segregazione razziale del secolo scorso.
La presunta filosofia dell'apartheid basata sulla possibilità/necessità per i vari gruppi etnici di salvaguardare la propria cultura e le proprie tradizioni diviene una legge di annichilimento e ghettizzazione di tutte le razze davanti agli occhi opachi del mondo.
Mentre tutto ciò accade il Teatro non resta indifferente ma cerca la sua strada per resistere ma anche per combattere di fronte a tutto ciò che è negazione dell'arte e negazione di umanità.
Un gruppo di persone sotto la guida di Barney Simon e Mannie Manim si riunisce e restaura un vecchio mercato della frutta indiano: nasce così il Market Theatre di Johannesburg o il cosidetto "Theatre of the Struggle" come sarà conosciuto in seguito nel resto del mondo.
Una donna bianca consumata dalla sua malattia e un uomo nero privato della sua voce assistono alla creazione del primo “ non-racial Theatre ” che sfidò l'Apartheid armato solo ed esclusivamente della convinzione che la cultura può cambiare la società.
L'Apartheid vista attraverso gli occhi dei bianchi, gli occhi dei neri, i nostri occhi, gli occhi della storia, gli occhi dell'Artista.
La regia sottolinea proprio questo aspetto multiprospettico: passato, presente e futuro si mescolano in un tempo frammentato, amalgamato, indecifrabile.. così come lo spazio che si trasforma in continuazione alternando interno e esterno, contenitore e contenuto, pieno e vuoto. Tempo e Spazio non hanno più forma, non hanno più sostanza, non hanno più significato.
E in questo chiasso/silenzio il Teatro..
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