Di Henrik Ibsen
Regia: Gina Merulla
Con Sabrina Biagioli
La donna del mare è una storia di legami.. legami invisibili.. legami incomprensibili..legami necessari.. legami ossessivi.. legami irreali..
Ibsen ci accompagna in un viaggio all'interno della psicologia femminile raccontandoci di una donna seduta sulla riva che guarda l'acqua liscia, immobile, molle del fiordo sognando il mare increspato, vorticoso ed in perpetuo movimento.
Il dramma di Ellida è la sua stessa esistenza: legata ad un matrimonio, ad una famiglia, ad un luogo, ad una rigida società borghese e ad una vita che non riconosce come propri si rifugia nell'ombra fredda e inaccessibile dell'attesa.. l'attesa ossessiva e irrazionale del ritorno di un uomo, straniero, misterioso, incontrato tanti anni prima. Il tempo rallenta e si dilata in quest'attesa seducente e terrorizzante insieme, che trascina lentamente Ellida sempre più lontana dalla realtà; a nulla valgono gli sforzi del'amorevole marito, il dottor Wangel, delle sue figlie Bolette e Hilde, del vecchio amico Arnholm: lei è altrove.. lei appartiene al mare..
.. Finché lo Straniero non fa ritorno da lei..
La regia cerca di mettere in luce la compresenza nell'animo umano del desiderio del legame e del desiderio di libertà: sentimenti universali avulsi dal tempo e dallo spazio che rendono l'opera del drammaturgo norvegese sempre attuale e contemporanea.
Traducendo i concetti in immagini, i drammi degli uomini e delle donne di quest'opera vengono scardinati e ricostruiti senza sosta, sul ciglio del fiordo sospesi fra amore per gli altri e affermazione di sé, fra aspirazioni e paura, fra terra e mare.
La scenografia, razionale e visionaria insieme, si propone di mostrare contemporaneamente il mondo interiore ed esteriore dei protagonisti allo spettatore che si ritrova intrappolato in una fitta rete contraddizioni e incoerenze poiché non sappiamo desiderare qualcosa senza desiderare anche il suo contrario.